Categoria: Grandi Tarsie
Pagine: 64
Prezzo: € 10,00
ISBN: 9788889299357
Anno: 2006

Quella «voracità visiva», quella «gloria della forma», che sono state riconosciute nell’opera di Dalessandro, così piene in un libro come L’osservatorio, già si affermano, con sottile nitore, in queste poesie che lo precedono, risalenti ai primi anni Ottanta e finora inedite.
Anche qui di «osservazioni» si tratta, ma quasi con una attitudine da àugure, se rivolte all’apparizione degli uccelli, al loro numero, al loro volo: sono poesie folte di segni tracciati nell’aria, nell’azzurro, segni raccolti dal cielo e riportati sulla pagina con tratto svelto e paziente. L’upupa, le tortore, una coppia di gabbiani, e un falco, una rondine, gli storni: di fatto da queste apparizioni si traggono auspici, d’amore soprattutto, fausti e no, comunque vividi, le si additano come propiziatorie, si insinuano intrecci.
Si potrebbe parlare, più in generale, di un pietoso spiare le forme viventi e mortali – animali, vegetali, tutto quel fremere di vita furioso o stento: un’ortensia intristita, la magnolia nel suo fulgore en plein air, il numero indistinto come folla delle erbe... Da poesia a poesia la vita ferve: nell’umile slancio verticale di arbusti e fiori, in zampettii d’insetti e voli d’uccelli e umani abbracci; ma sulla soglia del libro evocata e in chiusura richiamata è lei, la morte. Non c’è salvezza possibile, Dalessandro lo sa bene, nella carne o nel verbo – ci sono conforti possibili, qualche possibile dolcezza terrena, e questa pietà delle forme periture, effimere, che le consegna alla fittizia, temporanea eternità dei versi.

 


da La salvezza


Gli uccelli

Tre, sappilo, perfetti
uccelli a quest’amore che
ci contiene, nuovo, ad ali
tese, vennero: l’upupa
calunniata e bellissima che ci
sorprese a una curva in un tardo
pomeriggio di sole; prim’ancora
le tortore brune: sui tetti
grigi, le sentivamo tubare
a ogni risveglio; infine
la coppia di gabbiani
che rase l’onda bassa
e svanì all’orizzonte dietro
Punta Marina, il venti
marzo, domenica
mattina.


Recensioni

 

LA SALVEZZA

di Carlo Bordini

«L’Unità», 8 novembre 2006

[...] Tutto, anche i drammi del cuore, sono mediati da questo stile terso. È difficile staccarsi dal fascino di queste poesie, così inattuali e in cui la realtà è ricoperta come da una patina di grazia che annulla i lati volgari della realtà, da questa «gloria della forma». [...]


FRANCESCO DALESSANDRO – LA SALVEZZA

di Giancarlo Pontiggia

«Testo», XXVII, 52, luglio-dicembre 2006

Di Francesco Dalessandro (abruzzese d’origine – è nato a Cagnano Amiterno nel 1948 – ma residente a Roma dal 1958) già mi avevano colpito i raffinatissimi, geometrici esercizi di Lezioni di respiro (Il Labirinto 2003): «sonetti doppi, spesso caudati – come recitava la nota editoriale – tutt’altro che canonici, disposti a specchio su due pagine [...] il secondo sonetto che colloquia o confligge con il primo». [...]


LA SALVEZZA

di Alberto Toni

«Avanti!», 1 febbraio 2007

Nell’ultima raccolta di Francesco Dalessandro, La salvezza, i versi compongono un quadro naturale: «Di poesia in poesia la vita ferve: nell’umile slancio verticale di arbusti e fiori, in zampettii d’insetti e voli d’uccelli e umani abbracci». [...]


LA SALVEZZA

di Fabio Ciriachi

«Pagine», XVII, 50, gennaio-marzo 2007

C’è un fitto intrecciarsi di temi e di rimandi nelle ventitre poesie de La salvezza (tutte – tranne una – relative ai primi anni Ottanta) per lo più attinenti all’amore coniugale; o meglio, a quello stato dell’anima che deriva dalle alterne fortune cui questo tipo di rapporto espone. [...]


LEZIONI DI POESIA

di Domenico Vuoto

«L’immaginazione», n. 234, ottobre-novembre 2007

[...] L’ultima raccolta di Francesco Dalessandro, La salvezza, repertorio di folgoranti osservazioni naturalistiche, (si veda, tanto per fare un esempio, la splendida concisione de L’erba: Perché tenerissima inclina / verdeviva gli steli dal- / l’aiuola ai vetri poi / che fa notte o gela, / la riscopri rinata / per miracolo all’ansia / mattutina) [...]


LA POESIA DI FRANCESCO DALESSANDRO

di Rosa Salvia

da «Polimnia»

La salvezza nel suo idillio quasi virgiliano accoglie la freschezza e i dubbi dell’età più giovane. Le poesie raccolte furono scritte intorno agli anni ottanta. Anche in questi versi, come in Lezioni di respiro, si fondono l’ideale oraziano dell’otium e il ripiegamento nel privato con un autentico attaccamento alla vita e alla natura. [...]

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