Domenico Vuoto vive e lavora a Roma. Ha da sempre perseguito la forma breve della narrazione. Suoi racconti sono apparsi sulle riviste “Paragone” e “Arsenale”, di cui è stato redattore, e in varie antologie. I suoi titoli: Storie innaturali, 1986; L’altro sguardo, 2001; Il libro dei turbamenti, 2005; Pensieri di passo, 2010; Variazioni sul noto sentimento, 2010; Forme d’ombra, 2013; Mio nemico, 2013; Nessuna direzione, 2014; Biografia implicita, 2016; Come le nuvole, 2019; Esercizi di postura, 2021.

Quarta di copertina:

«Questi esercizi di postura che un maestro della narrazione breve come Domenico Vuoto ci propone sono esemplari di modi diversi, ma in fondo paralleli, di raccontare il quotidiano. È una modalità varia che diventa esempio, scelta stilistica, che s’impone come tecnica di linguaggio narrativo. Varia, ostinatamente problematica la galleria di personaggi a cui il narratore affida la propria idea di umanità: uomini e donne in perenne ricerca di una propria identità. I mondi a cui queste “posture” sono dedicate sono quelli di una quotidianità romana, guardata con amorevole precisione. La letteratura che le racconta non abdica alla propria funzione di testimoniare gli individui e le difficoltà delle loro esistenze. La misura breve del narrare distilla la parola più efficace».
(Giorgio Patrizi)

 

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